Regista: Keiichi Sato
Durata: 93 minuti
Musica composta da: Yoshihiro Ike
Sceneggiatura: Tomohiro Suzuki, Chihiro Suzuki
Trama
“Un’affascinante leggenda narra che nelle situazioni disperate sorga un’antica schiera di guerrieri.
Sono i cavalieri dello zodiaco, mitici eroi devoti ad Atena e sacri protettori della terra.”
Il Cavaliere d’oro della costellazione del Sagittario, Micene di Sagitter, precipita in fin di vita sulla terra portando con se una neonata che affida alle cure dell’esploratore Mitsumasa, giunto fino a lui alla ricerca di una misteriosa stele.
Messo al corrente da Micene dei pericoli che minacciano la vita della piccola, Mitsumasa si impegnerà a creare una squadra di valorosi guerrieri che avranno il compito di proteggere la bambina, nonché l’autentica dea Atena cacciata con l’accusa di essere un’usurpatrice. Una volta cresciuta e messa al corrente della sua vera identità, la ragazza, ora Isabel di Thule, decide di affrontare assieme ai suoi cavalieri il cammino che porta al Grande Tempio attraversando le dodici case dello zodiaco per reclamare il posto che le spetta di diritto.
Sono i Cavalieri dello zodiaco(?)
“Invincibili guerrieri
Valenti condottieri
Votati anima e corpo a Lady Isabel
Per diventare “santi”
Per esser cavalieri
Han sostenuto prove di rara crudeltà…”
come il remake che vado a recensire ad esempio.
Dopo un’incipit niente male con botte da orbi tra Micene, Gemini e Capricorn, che non ha mancato di esaltare i fan in sala, il resto del film è tutto un precipitare minuto dopo minuto verso momenti sempre più “WTF?!” del tutto gratuiti ed imbarazzanti.
La trama, anche se modificata in alcune parti essenziali,mantiene apparentemente una certa dignità e sebbene alcune sequenze come la prima apparizione dei cavalieri, siano giustificate in maniera abbastanza spicciola facendoci apprezzare non poco il self control di Lady Isabel, si può dire che nel complesso sia comunque accettabile.
Purtroppo i protagonisti hanno subito un restyle caratteriale tale che il film si sarebbe potuto intitolare “Quando le Tartarughe Ninja incontrarono Batman”, con un Pegasus montato e fastidiosamente irriverente, Sirio che si becca la parte “spiegoni”, Crystal e Andromeda che hanno la personalità di due teiere e un Phoenix in tenuta da uomo pipistrello che, guarda un po’, fa il giustiziere nella notte per i fatti suoi.
Dovendo incastrare poi buona parte della nostra infanzia in 95 minuti l’ascesa al Grande Tempio è stata barbaramente tagliuzzata e modificata sorvolando labirinto e armatura animata della casa dei Gemelli, la casa della bilancia che (ahimè) non ci mostrano nemmeno, inserendo la conversione di Virgo che riconosce in Lady Isabel la vera dea e quindi lascia passare tutta la combriccola e la tristissima fine di Fish, liquidato dal Gran Sacerdote con un gesto della mano, con buona pace dello scontro con Andromeda e privandoci quindi del duello tra i due cavalieri più ambigui della saga.
Cattiverie gratuite si rivelano ancora i personaggi di Scorpio, quì in versione donna (?!), e Cancer… un Cancer veramente irriconoscibile, una specie di Jack Sparrow strafatto di acidi, che ci delizia con un piccolo musical demenziale con tanto di faccine colorate a comporre il coro.
Che tra l’altro, come mi è stato fatto notare, è l’unico cavaliere d’oro che viene pestato come se non ci fosse un domani e qui invece Sirio se la sbriga in un paio di mosse contro un Deathmask in mutande decisamente inerme.
Ora… sono passati tanti anni ma io Cancer me lo ricordavo diverso.
Soffrite con lo staff zootropitico –> https://www.youtube.com/watch?v=3-kVyoDrPiA
Il finale
SPOILER! Più o meno… che se avete visto l’anime ci rimanete male
lo stesso.
Il gran sacerdote è in realtà… Gemini!
E ok, ora arriva la parte epica, lo scontro tra le due personalità di Ge… ah no?
No, qui comincia Final Fantasy.
Infatti Gemini, che di personalità ne ha una sola e pure cattiva, si trasforma, non sappiamo bene perché, in un mostro gigantesco che somiglia terribilmente alla forma finale dello scienziato di Cadillac & Dinosauri.
Ovviamente Pegasus lo sconfigge, Isabel è salva, reclama il suo ruolo di dea e i cavalieri diventano… stelle?!
Insomma spariscono alla fine della storia. Saranno morti stremati dalla fatica di aver saltato la metà delle case ed essersi risparmiati quindi buona parte dei combattimenti?
Non ci è dato saperlo.
Speriamo non tornino per un sequel.
“Saran scontri sovraumani
duelli decisivi
che decideranno chi l’armatura indosserà…”
Le armature in versione .2 dei nostri eroi lasciano veramente a desiderare, ridisegnate da un poco ispirato Masami Kurumada, in stile Power Ranger con tanto di orologino personalizzato e dove di originale c’è rimasto solo il colore (per la gioia di Andromeda).
Interessante è invece la modalità di trasformazione che ci risparmia i cassoni in metallo decisamente poco user-friendly, contenuti in pratiche medagliette che richiamano l’armatura all’occorrenza.
Inoltre un po’ di rispetto per l’autore lo si riacquista con la comparsa dei cavalieri d’oro, con una menzione speciale per l’armatura di Gemini, bicolore oro e argento nonché unico riferimento rimasto alla dualità della personalità del Cavaliere.
In definitiva un film deludente, che sembra essere rivolto ad un pubblico di giovanissimi tanto è stato edulcorato: il sangue, che nella serie scorreva a fiumi, qui è completamente assente, i colpi arrivano a segno in un’esplosione di luci che fanno svenire l’avversario apparentemente illeso.
I combattimenti, che sono l’unico punto a favore di questo film e vanno a colmare la sola pecca della serie animata, ovvero la staticità dei personaggi, non riescono comunque a rendere gradevole questo remake soldi-facili/acchiappa-fan che, in ogni caso, non ha registrato un gran successo al botteghino.